1481
Notizie da fuori: Otranto, Valona, Cimara, Croia, Durazzo, Corfù (oggi Kérkira)
News from near and far: Otranto, Vlora, Himara, Kruja, Durrës, Corfu (actual Kérkira)
Giovanni Castriotti, figlio del fu Giorgio, detto Scanderbegh, sbarca in Albania
Giovanni Castriota, son of the deceased Giorgio, called Scanderbegh, disembarks in Albania
Italiano Moderno Español English
Extraits d'un recueil sous le nom de Stefano Magno / Extracts from a collection under the name "Stefano Magno"
(p. 229)
[1481] Domentre queste cose fusseno fatte, essendo Suliman Alibego Eunuco beglerberg
de Grecia col molte vittualie vene alla Valona per mandar in sussidio della
cittade de Otranto, ma visto el paise de Albania fu levado in rebellion, quale mandò
alla cittade de Scutari et quella muni, per dubito quella non fusse occupada per
ditti populli; questo se havea adì 15 Settembre.
Et avendo i popoli del paise fu de Zorzi Castriotti, ditto Scanderbegh, in ditta
parte de Albania mandado in Apulia per Zuane suo fiolo che andasse à tuor 1 il
dominio di quello, et atrovandose quello in campo con il ditto Duca di Calavria2, quello
insieme con uno suo cusin et molti Albanesi havea con lui, homeni valenti, mandò
con alcune galie dell' armata sua Regia in ditte parte, con le qual etiam mandò
Clada da Coron, el qual era fugido dal Brazo de Maina, per le qual conduto fù ai
confini de Durazo, inel paise fu del ditto suo padre, dove dismontò et per quelli popoli
acetado fu per suo signor. Questo inteso el dito Beglerbeg, che era alla Vallona,
per socorrer la cittade de Otranto, mandò uno suo Sanzacho con personne
2 mil in ditto paise per discasar quello; all'incontro del detto Zuane mandò di molta
zente con uno valente suo capitanio in sopra un passo per devedar l'intrar in ditto
paise, ma per el ditto Sanzacho quello fù rebatudo et preso con quasi tutti queli
erano con lui. Questo inteso el ditto Zuane, posto in fuga deliberò ritornar in Apulia,
ma confortado dai ditti popoli, offerendoli combater per lui, assumò grande
esercito de popoli di quel paise, et andò all'incontro del ditto Sanzacho, et quello
superò et dala man di quello recuperò el ditto suo capitanio et zente, et quello
mal menado fugò. Questo fù de... Agosto, et con tal vigoria andò sotto la cittade
de Croia fù de suo padre, et quella assaltò, ma trovandosi in quella molti Turchi
ben in ordene, non la potè haver; queste se have adi 25 Settembre.
Interim, dapoi andado in ditta parte de Albania el ditto Zuan Castriotti, galie 4
Dell' armada Regia, che quello condotto havea in ditte parte con Clada da Coron,
el qual fugido era dal Brazo de Maina, andò discorrendo per quelle marine a danni
de Turchi, et passò de li da Valona, et andò ai monti di Cimera, posto alla marina
ai confini del detto luogo de Valona, per el qual indutto fù i popoli di quella montagna,
che sono più de ville 50, che discasarono Turchi et redasese in libartade, et
con ditte galie andò al castello chiamato Cimara, principal fortezza di quella patria,
et quello assaltò; per li insulti dela qual galie et rebellion de ditti popoli, el Subasi
del ditto loco di Cimara, che era in quello, mandò a dimandar sussidio al ditto Suleiman
Alibego Belgerbeg, che era ad ditto loco di Valona per mandar sussidio
A ditta cittade de Otranto; el qual subito con Turchi 3 mila se ne passò in suo sussidio,
all'incontro del qual i popoli della ditta montagna in compagnia con molti
balestrieri de ditte galie se ne andò sopra un passo et quello inperò et prese con
molti Turchi, et molti altri ne amazò, che furono fra presi et morti cerca 1000,
et lo resto mal menadi fugò, Questo inteso il detto Subasi, essendo occupati i passi
da terra per ditti popoli, con la fede de ditti popoli abandonò el ditto castello de
Cimera, et con una barca andò a Corfù, dove zonse adi 31 Agosto. Abandonato quel
Luogo, Clada predetto, che era con ditte galie, in quello intrò et ebbe etiam il
(p. 230)
castello de Sopoto che era in ditte montagne; et per detto Zuan Castriotti dal ditto suo cusin impetrado havea el ditto Suliman, dantoli duc. 1500, i quali divise infra la sua zente (f. 218-220).
Domentre queste cose fusseno fatte, Antonio Victuri ambasador de Venitiani
adi 26 Agosto arrivò a Costantinopoli, incontro del qual andò i Bassà con molti
Turchi, et quello receva con grande honor, et molto più di quello era costretto
per altri tempi a far ad algum ambasador, et adi 28 ditto insieme con Battista
Gritti bailo4 de Venetiani andò alla presentia del ditto Baiagit5, el qual se levò in
piè et vene in capo el mostabe6 ad incontrarlo, et colui conduse in sopra el suo mostabe
et fè sentar uno per loi, al qual quelo expose con parole general, condolendose
della morte del padre et congradulandose della succession sua, in donio et vittorie,
deinde intrar inelle altre pratiche, quello i disse dovesse esser con i Bassà, per i
qual tutto i sarla referido, et quel fè vestir de panno doro; et adi 29 et 30 detto
fu insieme con i Bassa et intrò in le pratiche de confermar la pace fatta con suo
padre, et per quello fu ditto per detto orator in rechiesto che restituir volesse la
isola de Negroponte et le cittade de Albania che erano stà dominade per Venetiani,
et si come a suo padre era sta restituide le cittade sue; altri disse rechiese
volesse conciederne le isole della Cefalonia et Zante, acciò non capitasse in man
dei altri et che remeter dovesse el resto de ducati 200 mil li era promessi dar
ogni anno per parte delle franchisie; per i qual referido al ditto Baiazit, fo li risposo,
come la ditta isola et cittade lui havea havudo per el dominio de suo padre (f. 222-223).
Recuperada la ditta cittade de Otranto, essendo stà preso inelle parte de Cimera
el ditto Suliman Alibego Beglerbeg de Grecia, che era venuto alla Valona
per socorrer ditta cittade, quello, per Zuan Castriotti che havuda havea inelle man,
fù dado a quelli del' armada Regia per ducati 4 mila; el qual quello conduse al
ditto duca di Calavria prizon, al qual quello offerse ducati 20 mila che lo lasasse;
havesse adi 23 Settembre (f. 224).
Zuan Castriotti, ultra el paise fù del suo padre have a recuperado, hebbe el
castello de Scaluxi fù del ditto suo padre, et sottomesse molto paise che non era
stà de suo padre; questo se have adi 13 decembre.
(Fonte: Mnemeia Ellenikes Istorias: Documents inédites rélatifs à l'histoire de la Grèce au moyen âge. Konstantine N. Sathas, editor. Paris, 1884, vol. 6, cap. "ÉVENÉMENTS HISTORIQUES EN GRÈCE", pp. 229-230)
Annotazioni:
- 1tuor = tor: Nella lingua Veneziana significa "pigliare o prendere". Vedi G. Boerio, Dizionario del Dialetto Veneziano, p. 757. Ed. Giunti (ristampa anastatica dell'edizione 1856)
- 2Alfonso, figlio di Ferdinando I di Aragona (1458 - 1494).
- 3Per informazioni generali sui Turchi in Europa, vedi questo collegamento.
- 4bailo: "Titolo che davasi all'Ambasciatore della Repubblica Veneta residente presso alla Porta Ottomana". Vedi G. Boerio, op. cit. p. 56.
- 5Bayazit [Bayezit II] era figlio del già sultano Maometto II. Per una sintesi, vedi la recensione di Mario Biondi.
- 6mastaba o mastabah: Parola che deriva dall'arabo maçtabah. Nei paesi maomettani, un sedile fisso, comune nelle case e in posti pubblici. Per la definizione in linea, in inglese, vedi il dizionario DataSegment.
- Il Clada menzionato in questo documento è lo stesso che si sollevò in ribellione contro Venezia e contro i turchi nella Morea, perchè lui si era messo sotto la protezione di Venezia, ma nell'accordo con i Turchi del 25 gennaio 1478[79], Venezia lo abbandonò, dando loro le sue possessioni. La ribellione incominciò il 9 ottobre 1480. Vedi Sathas v. 6, pag. 220-221.
Notizie da fuori: Otranto, Valona, Cimara (Cimera), Croia, Durazzo, Corfù (oggi Kérkira)
Giovanni Castriotti, figlio del fu Giorgio, detto Scanderbegh, sbarca in Albania
Traduzione di Fred Candreva
(p. 229)
[1481] Mentre questi avvenimenti accadevano, essendo Suliman Alibego
Eunuco Beglerberg di Grecia venuto con molte vettovaglie a Valona per
mandare aiuto alla città di Otranto, ma visto che l’Albania si era
sollevata in ribellione, egli mandò i rifornimenti alla città di
Scutari, per dubbio che essa non venisse occupata dai detti popoli;
questo avveniva il 15 Settembre.
I popoli dei paesi che furono sudditi di Giogio Castriota, detto
Scanderbegh, in quella parte di Albania mandarono in Puglia per Giovanni
suo figlio che venisse a prendere il suo dominio, e trovandosi lui in
campo con il detto Duca di Calabria, questi insieme con un suo cugino e
molti Albanesi che aveva con lui, uomini valenti, mandò con alcune
Galere della sua Regia Armata in dette parti, con le quali mandò anche
Clada da Corone, il quale era fuggito dal Braccio della Maina, con le
quali fu condotto fino a Durazzo, nel paese che fu di suo padre, dove
sbarcò e fu accettato da quei popoli come loro signore.
Avendo il Beglerbeg saputo di ciò, mentre era a Vallona, per soccorrere
la citta di Otranto, mandò (un suo) Sangiacco con 2 mila persone in
detto paese per scacciarlo; all’incontro del detto, Giovanni mandò un
suo valente capitano con molti uomini in modo di tagliar l’entrata in
quel paese, ma quello (il capitano) fu sconfitto e preso con quasi tutti
i suoi uomini dal detto Sangiacco.
Avendo Giovanni saputo questo, messo in fuga deliberò ritornare in
Puglia, ma confortato dai popoli di quel paese, che offrirono di
combattere per lui, si mise a capo di un grande esercito di uomini del
detto paese, e andò incontro al detto Sanzacho, e lo sconfisse e
liberò il suo capitano ed uomini, e quello malmenato se la svignò.
Questo avvenne in. . . Agosto, e con tanto vigore raggiunse la città di
Croia che fu di suo padre, e la assalì, ma essendo questa ben difesa da
numerosi Turchi, non potè conquistarla; questo avvenne il 25
Settembre.
Nel frattempo, dopo essere andato in detta parte di Albania il detto
Giovanni Castriota, le 4 galere Dell’armata Regia, che l’aveva condotto
in dette parti con Clada da Corone, il quale era fuggito dal Braccio
della Maina, andò scorribando per quei mari a danno dei Turchi, e
passò da li a Vallona, ed andò ai monti della Chimara, posto nei mari
adiacenti della detta Vallona, dove fu accolto dai popoli di quella
montagna, che sono più di 50 borghi, che avevano scacciato i Turchi e
riacquistata la libertà, e con le dette galere andò al castello
chiamato Chimara, principal fortezza di quella nazione, e l’assalì;
per gli assalti di quelle galere e le ribellioni di detti popoli, il
Subasi del detto luogo di Chimara, che era lì, chiese aiuto al detto
Suleiman Alibego Belgerberg, che era a Vallona per aiutare la città di
Otranto; questi subito prestò aiuto con 3 mila Turchi, all’incontro del
quale i popoli della detta montagna in compagnia di molti balestrieri
dalle dette galere salì un passo e lo dominò e prese con molti Turchi,
e molti altri uccise, che fra catturati e morti erano circa 1000, ed il
resto malmenati fuggirono. Avendo il Subasi saputo questo, ed essendo i
passi da terra occupati da detti popoli, con salvacondotto di essi abandonò
il castello di Cimera, e con una barca andò a Corfù, dove giunse il
31 Agosto. Il predetto Clada che era con le dette galere, abbandonato quel luogo
entro’ in quello [ castello di Cimera? ] entrò ed ebbe anche il
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castello di Sopoto che era in dette montagne; e per il detto
Giovanni Castriota dal detto suo cugino, ottenuto supplicando aveva il detto
Souliman, dandogli 1500 ducati, I quali divise tra la sua gente (f.218-220).
Mentre tutto ciò avveniva, Antonio Victuri, ambasciatore dei Veneziani,
arrivò a Costantinopoli il giorno 26 Agosto, al quale andò incontro il
Bassà con molti Turchi, e lui ricevette con grande onore, (e) molto di
più che non fosse costretto in altri tempi a fare per alcun
ambasciatore, ed il giorno 28 di detto (mese di Agosto), insieme a
Battista Gritti, bailo [ambasciatore] dei Veneziani, andò alla presenza del detto
Baiagit, il quale si alzò in piedi e venne con un sedile avanti ad
incontrarlo, e lo condusse sopra il suo sedile e fece seder uno per
lato, al che espose con parole generali, condoglianze per la morte di
suo padre e congratulazioni per la sua successione, in dominio e
vittorie, per poi entrar in altri argomenti gli disse di stare con il
Bassà attraverso il quale tutto gli sarebbe riferito, e lo fece vestire
di panni dorati; ed il giorno 29 e 30 detto rimase insieme ai Bassà ed
entrò nei fatti di confermare la pace fatta con suo padre, e da quello
gli fu detto che si volesse restituire l’isola di Negroponte e le città
di Albania che erano state dominate dai Veneziani, così come a suo
padre furono restituite le sue città; altri dissero che richiese se
volessero concedere le isole di Cefalonia e Zante, così che non
cadessero in mano ad altri e che dovrebbero rimettere il resto dei 200
mila ducati che gli erano promessi (dar) ogni anno come franchigie; il
che riferito al detto Baiazit, li fu risposto, come la detta isola e
città lui l'aveva avuto attraverso il dominio di suo padre (f.222-223).
Recuperata la detta città di Otranto, essendo stato preso in quelle
parti di Chimara il detto Suliman Alibego Beglerbeg di Grecia, che era
venuto a Vallona per soccorrere detta città, quello, attraverso
Giovanni Castriota che lo aveva avuto in sue mani, fu dato a quelli
dell’armata Regia per 4 mila ducati; la quale quello portò al detto
Duca di Calabria prigioniero, al quale quello offerse 20 mila ducati che
lo lasciasse; era il giorno 23 Settembre (f. 224).
Giovanni Castriota, avendo ricuperato (oltre) il paese che fu di suo
padre, ebbe il castello di Scaluzzi che fu del detto suo padre, e
sottomise molti paesi che non erano stati di suo padre; questo avvenne il
giorno 13 Dicembre.
Vedi le annotazioni nella versione originale
Noticias de cerca y lejos: Otranto, Valona, Cimera, Croia, Durazzo, Corfú (hoy Kérkira)
Juan Castriota, hijo del difunto Giorgio, llamado Scanderbegh, desembarca en Albania
Extractos de una colección bajo el nombre de "Stefano Magno"
(p. 229)
[1481] Mientras ésto estaba sucediendo, Suliman Alibego Eunuco beglerberg
de Grecia, que se encontraba con muchas vituallas, vino a Valona para ir a ayudar a la ciudad de
Otranto, pero encontrando que el país de Albania se había levantado en rebelión, las mandó
a la ciudad de Scutari y la aprovisionó, en caso de que fuera ocupada por dichos
pueblos; esto aconteció el día 15 de septiembre.
Y habiendo los pueblos del país [zona] que fue de Jorge Castriotti, dicho Scanderbegh, en dicha
parte de Albania mandado a Apulia a buscar a Juan su hijo para que fuera a tomar posesión de él [país, zona], y encontrándose él acampando con el dicho Duque de Calabria1, aquél junto
con un primo suyo [de Juan] y con muchos Albaneses que tenía consigo, hombres, valientes, los mandó
con algunas galeras de su Regia armada a dichas partes, con las cuales también mandó a
Clada de Corone, quien se había fugado del Brazo [península] de Maina, por quien [Juan] fue conducido a los
confines de Durazzo, en el país [zona] que fue del dicho padre suyo, donde desembarcó y por esos pueblos
fue aceptado como señor propio. Habiendo entendido ésto el dicho Beglerbeg, que estaba en Vallona,
para socorrer la ciudad de Otranto, mandó un Sanzaco suyo con 2 mil personas
para desalojarlo; para oponer al dicho [Sanzaco] Juan mandó a mucha gente
con un valiente capitán suyo sobre un paso para impedirle entrar en dicho país, pero
el Sanzaco venció al dicho [capitán] y apresó a casi todos los que estaban
con él. Cuando Giovanni, que estaba huyendo, lo supo, pensó volver a Apulia [Puglia],
pero confortado por dichos pueblos, que le ofrecieron combatir por él, reunió un gran
ejército de gentes de aquella zona, y fue al encuentro del dicho Sanzaco, y lo venció
y de la mano del Sanzaco recuperó al dicho capitán y gente, y el Sanzaco maltrecho
huyó. Esto fue el ... de agosto, y con tal energía descendió a la ciudad de Croia
que fue de su padre, y la asaltó, pero encontrándose en ella muchos turcos bien preparados,
no la pudo conseguir; estas cosas sucedieron el día 25 de septiembre.
En el ínterin, habiendo ido a dicha parte de Albania el dicho Juan Castriotti, con 4 galeras
De la armada Regia, que había conducido a dichas partes con Clada de Corone,
que se había escapado del Brazo de Maina, después anduvo recorriendo a lo largo de las costas a daño
de los turcos, y pasó de ahí de Valona, y fue a los montes de Cimera, un lugar en la marina
en los confines del dicho lugar de Valona, a quien se agregaron los pueblos de aquella montaña,
que son más de villas 50, que deshabilitaron a los turcos para que [Juan] actuara con libertad, y
con las dichas galeras fue al castillo llamado Cimara, principal fortaleza de aquella ciudad [pueblo],
y lo asaltó; a causa de los asaltos de las galeras y la rebelión de dichos pueblos, el Subasi
de dicho lugar de Cimara, que estaba allí, mandó a buscar ayuda del dicho Suleimán
Alibego Belgerbeg, que estaba en el dicho lugar de Valona para enviar ayuda a la
dicha ciudad de Otranto; quien enseguida con 3 mil turcos fue en su ayuda, al encuentro del
cual los pueblos de la dicha montaña en compañía de muchos ballesteros de dichas
galeras [Juan] se fue sobre un paso y lo venció, y apresó a muchos turcos, y a muchos otros
los mató, resultando entre presos y muertos cerca de 1000,
y el resto maltrecho huyó. Cuando el dicho Subasi se dio cuenta, estando ocupados los pasos
por tierra por las dichas gentes, con la promesa de dichas gentes abandonó el dicho castillo de
Cimera, y con una barca se fue a Corfú, donde llegó el día 31 de agosto. Cuando el lugar quedó abandonado,
el predicho Clada, que estaba con las galeras, entró en él y tuvo también el
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castillo de Sopot che estaba en esas montañas; y para el dicho Juan Castriotti, [Cladas] de su dicho primo [del primo de Juan?] había obtenido [con súplicas] el dicho Sulimán, dándole 1500 ducados, que repartió entre su gente (f. 218-220).
Mientras estas cosas sucedían, Antonio Victuri embajador de los venecianos
el día 26 de agosto llegó a Constantinopla, a encuentro del qual fue el Bassà con muchos
turcos, y lo recibió con gran honor, y mucho más de lo que había sido obligado en otros
tiempos a hacer con otros embajadores, y el día 28 del mismo, junto con Battista
Gritti bailo de los venecianos fue en presencia del dicho Baiagit2, quien se puso en pie
y lo fue a saludar, y con él llevó su propio mostabe3, e hizo colocar
uno para él [Vitturi], a quien [Vitturi] le expuso con palabras en general, condoliéndose
de la muerte del padre y felicitándolo por su sucesión, en dones y en victorias, y de ahí
pasó a otros temas, y le dijo que debería estar con los Bassà, por lo cual le daría
todo lo necesario, y lo hizo vestir de paños de oro [posiblemente una investidura caballeresca]; y en los días 29 y 30 del mismo
fue junto con los Bassa y entró en negociaciones para confirmar la paz hecha con su
padre, y por éso le fue dicho por el mismo orador [veneciano] como habiéndosele pedido que restituyera la
isla de Negroponte y las ciudades de Albania que habían sido dominadas por los venecianos,
así como a su padre se le habían restituido las ciudades suyas; otro dijo que [Vitturi] había pedido si
quería darle las islas de Cefalonia y Zante, para que no cayeran en manos de los
otros, y que debía devolver el resto de los 200 mil ducados que había prometido darle
cada año por parte de las franquicias; lo cual habiéndosele referido al dicho Baiazit, le fue dicho en respuesta [a Vitturi],
que a la dicha isla y ciudades él las había tenido porque había sido dominio de su padre (f. 222-223).
Recuperada la dicha ciudad de Otranto, estando preso en las zonas de Cimera
el dicho Suliman Alibego Beglerbeg de Grecia, que había venido a Valona
para socorrer a dicha ciudad, éste [el Beglerbeg], por Juan Castriotti que lo tenía en sus manos,
fue dado a los de la armada Regia por 4 mil ducados; quien [la armada] lo condujo a la
prisión del dicho duque de Calabria, al cual aquél [el Beglerbeg] le ofreció 20 mil ducados para que lo liberara;
ésto ocurrió el 23 de setiembre (f. 224).
Juan Castriotti, además de recuperar la zona que fue de su padre, tuvo el castillo
de Scaluxi [Stalizi al norte de Croia?] que había sido de su difunto padre, y sometió a muchos pueblos que no fueron
de su padre; ésto ocurrió el día 13 de diciembre.
Notas:
- 1Alfonso, hijo de Ferdinando I de Aragón (1458 - 1494).
- 2Bayazit [Bayezit II] era hijo del entonces difunto sultán Mahomet II.
- 3Palabra derivada del árabe maçtabah, "banco grande de piedra". En los países maometanos, un asiento fijo, común en demoras y en lugares públicos. Fuente: DataSegment en línea (en inglés).
- El Clada mencionado en este documento es el mismo que se levantó en rebelión contra Venecia y contra los turcos en la Morea, porque se había puesto bajo la protección de Venecia, pero en el acuerdo del 25 de enero de 1478[79] con los Turcos, Venecia lo abandonó, dándole las posesiones de Cladas. La rebelión empezó el 9 de octubre 1480. Véase Sathas v. 6, pág. 220-221.
News from near and far: Otranto, Vlora, Himare, Kruja, Durrës, Corfu (actual Kérkira)
Giovanni Castriota, son of the deceased Giorgio, called Scanderbegh, disembarks in Albania
Translated by Fred Candreva
(p. 229)
[1481] While these events were unfolding, Souliman Alibego Eunuco
Beglerberg1 of Greece had come with plenty of supplies to Vlora in order to
send help to the city of Otranto, but, since Albania had risen in
rebellion, he sent the supplies to the city of Shkodra, for fear it
would be occupied by those populations; this happened on September 15.
The population of the towns which were the subjects of Giorgio Castriota,
known as Skanderbegh, in that part of Albania, sent in Puglia for
Giovanni his son to come and claim his domain, and being he in camp with
the Duke of Calabria2, this (Giovanni) and a cousin of his with many Albanians who
were with him, men of valor, he (the Duke) sent (them) with a few galleons of the royal
fleet to said parts, and sent with them also Clada3 from Corone, who had
fled the Braccio di Maina, and they reached Durrës, in the country that
was his father’s, where he landed and was accepted by the people as
their prince (lord).
When the Begleberg heard of this, while at Vlora, to help the city of
Otranto, he sent (his) Sanjak4 with 2 thousand men to said town to
remove him; to meet him, Giovanni sent a valiant captain with numerous
men so that they could cut him off at the entrance of town, but the
captain was taken prisoner with all his men by the Sanjak.
When Giovanni learned of this, he thought of fleeing back to Puglia, but
conforted by the people of that place, who offered to fight for him,
headed a great army of men of the said place, and went to meet the Sanjak,
and defeated him and freed his captain and men, and he (the Sanjak)
roughed up fled. This happened in . . .August, and with such vigor he
reached the city of Kruje, which belonged to his father, and assaulted it,
but this was well defended by numerous Turks and he could not conquer
it; this happened on September 25.
Meantime, after having been in said parts of Albania, Giovanni Castriota
with the 4 galleons of the Royal Armada, which had taken him to the said
areas with Clada from Corone who fled from the “arm of Maina”, went
marauding those seas wreaking damage to the Turks, and proceeded from
there to Vlora, and on to the mountains of Himare, situated on the seas
adjacent to Vlora, where he was well received by the people of those
mountains, which comprises more than 50 towns, and who had pushed out
the Turks and had won freedom, and with the said galleons went to the
castle known as Himare, principal fortress of that nation, and attached
it; because of the assaults of the galleons and the uprising of the
people, the Subasi of Himare requested assistance from Souliman Alibego
Belgerberg, who was at Vlora to aid the city of Otranto; he obliged
with 3 thousand Turks, who were met by the people of those mountains
together with many archers from the galleons over a pass and dominated and
many Turks were taken and many others killed, making between dead and
prisoners about 1000, while the others, beaten, fled. When Subasi
learned of this, and since the land passes were occupied by the said
peoples, with their permission he abandoned the castle of Himare, and
with a small boat went to Corfu, where he arrived on August 31. Clada
who was with the galleons, entered the castle of Himare and also took the
(p. 230)
castle of Sopot which was in the mountains; and for Giovanni Castriota, his
cousin (Giovanni's) had obtained from Souliman 1500 ducati, which he distributed
among his men (f.218-220) (The sense is that Souliman had begged for mercy from Giovanni through Giovanni's cousin, giving him 1500 ducats.).
While all this was happening, Antonio Victuri, ambassador of the
Venetians, arrived at Constantinople on August 26, and Bassà met him
accompanied by several Turks, and rendered great honor, much more than
he was obliged to do on other ocassions for any other ambassador, and on
the 28th day of said (month of August), together with Battista Gritti,
bailo 5 of the Venetians, went before Baiagit6, who rose to his feet and
met him in front of the mostabe7, and ushered him onto his mostabe
and had them sit on either side of him, then (Victuri) began in general terms, by
expressing condolences for the death of his father and congratulations
for his succession, in dominion and victories, and later by taking up
other subjects (Bayazit) told him to stay with the Bassas through whom he would be
briefed fully, and had him clad in golden clothes; and the 29th and
30th of the month he remained with the Bassas and discussed the
confirmation of the peace negotiated with his father, and was told by
him (Bassa) that the island of Negroponte and the Albanian cities
dominated by the Venetians would be returned, just as his cities had
been returned to his father; some said that he asked if they would be
willing to cede the islands of Chefalonia and Zante, so they would not
fall in the hands of others and that they should be remitting the
balance of the 200 thousand ducati which had been promised (be given)
yearly as franchise; all this having been told Baiazit, he answered him (Victuri), that he had received the said island and city through the
dominion of his father. (f.222-223)
Having recovered the city of Otranto, and having captured Souliman
Alibego Beglerbeg of Greece, who had come to Vlora to the aid of the
said city (Otranto), Giovanni Castriota who held him (Souliman), gave
him (Souliman, as prisoner) to the Royal Armada for 4 thousand ducats;
this one took him to the Duke of Calabria as prisoner, and he (Souliman)
offered him (the Duke) 20 thousand ducats to set him free; the date was
September 23 (f.224).
Giovanni Castriota, having recovered more than his father’s city, held
the castle of Scaluzzi which was his father’s, and subjugated many towns
which were not his father’s; this happened on December 13.
Notes:
- 1For the meaning of the term "Beglerbeg", see Brewer's Dictionary or the DataSegment online dictionary.
- 2Alfonso, son of Ferdinand I of Aragon (1458 - 1494).
- 3The Clada mentioned in this document is the same who headed a rebellion against Venice and against the Turks in the Morea. He had placed himself under the protection of Venice, but in the agreement of January 25, 1478[79], Venice abandoned him, giving the Turks his possessions. The rebellion began on October 9, 1480. See Sathas v. 6, pp. 220-221. The assistance Cladas gave to Giovanni Castriota is an illustration of a daring act towards someone with whom he had something in common. The Albanian warriors and those dispersed in the Levant knew one another enough to jump to the other's aid. The immediate response of the people in the more than 50 villages to support Giovanni also speaks of a conscious sense of common identity.
- 4Some of the vocabulary pertinent to these circumstances is found in the Glossary of the site The Fall of The Medieval Kingdom of Hungary: Mohacs 1526 - Buda 1541.
- 5bailo: "Title that was given to the Ambassador of the Venetian Republic who resided at the Ottoman Door". See G. Boerio, op. cit. p. 56.
- 6Bayazit [Bayezit II] was the son of the deceased sultan Mohammed II.
- 7For the meaning of the term "mostabe", modern "mastaba" or "mastabah", see DataSegment online dictionary.
- There is background information on this part of history in the 1911 Edition of the Encyclopedia Britannica under "Scanderbeg", towards the end of the entry. A.B.
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